Se non hai ancora letto "Il buddista riluttante", beh, lascia che ti dica che è proprio arrivato il momento di rimediare. Non serve essere buddisti per immergersi nella lettura del viaggio personale dell’autore che, a partire dalla sua esperienza, ci conduce attraverso tutto ciò che è necessario sapere sul Buddismo.

È necessario invece essere curiosi e perché no, anche un po’ scettici: in fondo lo era anche William Woollard prima di iniziare il suo percorso alla scoperta del Buddismo.
“Mi sono avvicinato al Buddismo armato di un acuto scetticismo riguardo alla sua possibile integrazione e rilevanza in un contesto occidentale moderno. Adesso sono convinto del grande valore che può rivestire nella vita di chiunque, in qualsiasi parte del mondo. Considero quell’iniziale scetticismo come il miglior requisito per la stesura di questo libro”.
Il Buddismo in breve: voler cercare qualcosa di più
L’analisi proposta ha come punto di partenza proprio questa domanda e si pone come obiettivo quello di dare un quadro semplice e dettagliato del Buddismo. In che modo? Partendo dal principio, raccontando quelle che sono le prime impressioni quando si inizia a conoscere questa filosofia per la prima volta.
Quando Woollard venne in contatto inizialmente con il Buddismo, il primo pensiero fu di chiusura:
“Mi ritrovavo con una vita incanalata su una strada apparentemente ben definita, comoda, di discreto successo, e non percepivo in me alcun bisogno religioso. Eppure mi ero imbattuto in qualcosa che sembrava portare immensa ricchezza e maggiore spessore non solo alla mia vita personale ma anche a quella di coloro che mi vivevano attorno”.
Ciò che caratterizza, tuttavia, le persone che si avvicinano a questa filosofia, come nota l’autore, è la tendenza a voler cercare qualcosa di più. Una dimensione più ampia rispetto alle questioni materiali che caratterizzano per la maggior parte del tempo le nostre giornate.
Woollard, nel suo percorso, ha seguito questa scintilla iniziale, che lo ha portato poi a scrivere un libro che è oggi la scintilla iniziale per milioni di lettori che sono partiti proprio da qui.
Tre caratteristiche del Buddismo raccontate ne "Il buddista riluttante"
Ciò che salta subito all’occhio nel dibattito che vede presente il Buddismo insieme alle altre religioni è il fatto che questo sia ateo (o umanistico, come scrive Woolland). Non prevede, infatti, la figura di un Dio creatore, con la conseguenza che anche i Budda sono esseri umani esattamente come noi.
Non è però solo questa l’unica caratteristica che punta a evidenziare sin da subito l’autore. Sono tre, infatti, gli aspetti chiave da tenere in considerazione.
Il concetto di Buddità
Non si può parlare di Buddismo senza parlare anche di Buddità, che tutti gli esseri umani hanno latente dentro di sé. William Woollard afferma che: "latente è una parola chiave perché la Buddità non ha niente a che vedere con la perfezione o con l'elevazione, è una qualità che tutti abbiamo dentro di noi e di cui dobbiamo imparare ad avvalerci".
La contrapposizione tra bene e male nel Buddismo
Non c'è, in realtà, una netta separazione tra bene e male e, soprattutto, non c'è una divisione tra bene e male nel senso religioso del termine. Proprio perché il Buddismo è ateo, non esistono dogmi o comandamenti stilati da un'autorità esterna.
Ciò che è fondamentale, però, è il concetto di responsabilità individuale, che responsabilizza ciascuno di noi a fare sempre di meglio.
Buddismo non è sinonimo di "passività"
Il Buddismo è pacifista, in quanto considera la guerra e la violenza delle forze distruttive che non portano ad altro se non a ulteriore distruzione, come William Woollard ci tiene presto a spiegare.
Questa sua caratteristica, tuttavia, rischia di alimentare lo stereotipo per cui il Buddismo sia in realtà sinonimo di "passività".
In realtà non è così.
"Buddismo significa soprattutto intervenire concretamente sul modo di vivere la propria vita, piuttosto che semplicemente ragionarci su".
Perché leggere "Il buddista riluttante"
Se hai voglia di scoprire le origini del Buddismo e la sua evoluzione nella scuola di Nichiren Daishonin, attraverso il racconto personale di chi, prima di te, ha affrontato gli stessi dubbi, curiosità e scoperte, allora è il libro giusto.
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