I soldi ossessionano sempre. Chi non li ha perché non li ha, chi li ha perché li ha.
Matteo Leonardi
Pensiamo che per essere "spirituali" sia necessario rinunciare a tutto.
Davvero chi ha i soldi può avere la sensibilità per intraprendere un percorso spirituale? Immaginiamo le persone vicine alla meditazione come asceti distaccati dal mondo e dai bisogni materiali.
Ma possibile che per essere spirituali sia davvero indispensabile non desiderare più niente? È questa la vera spiritualità?
In 7 punti vorrei spiegarti il mio punto di vista su questo argomento.
1. I SOLDI NON SONO IL MALE
Abbiamo quasi timore di parlare di soldi. Vediamo i soldi come qualcosa di sporco, di negativo, di qualcosa da non volere e dalla quale allontanarsi il più possibile.
Mi ricorda molto l'esempio del coltello: in mano ad un assassino ed in mano ad un cuoco rappresenta due cose completamente diverse. Tutto dipende da come viene usato. Non è il coltello in sé il problema.
Se vediamo i soldi come un mezzo per aiutare gli altri, per comprare esperienze, viaggi o istruzione, restano solo uno strumento per acquistare qualcosa. Ma se ne rimaniamo soggiogati, se non ci basta mai quello che abbiamo, se lo sprechiamo e se gli permettiamo di renderci egoisti e meschini, allora sì, possono essere visti con accezione negativa. Non è il denaro di per sé ad avere questa caratteristica, siamo noi che decidiamo quanto e che potere dargli.
2. DESIDERARE DI NON DESIDERARE È UN DESIDERIO
Non dobbiamo sforzarci. Non dobbiamo costringerci ad essere diversi da quello che siamo. Possiamo, certamente, migliorare e scremare, piano piano, eliminando il superfluo dalla nostra vita, ma senza che questo si trasformi in una battaglia contro noi stessi.
Spiritualità è accettare le cose come sono e non accanirsi a renderle diverse da quello che sono: voler non desiderare è un'altra forma di desiderio.
3. C'È ABBONDANZA
Non lo crediamo perché ci mettono in testa che non sia così, ma nel mondo c'è abbondanza. È ovunque, ma facciamo fatica a vederla.
Mi dirai: "Ma non hai visto quante persone muoiono di fame? Come fai a sostenere che c'è abbondanza?". Sappiamo benissimo che se volessimo, davvero, la fame nel mondo finirebbe domani. Purtroppo questo non è nei programmi dei potenti che ci governano: loro vogliono mantenere lo stato delle cose così com'è, o addirittura peggiorarlo, ma se lo volessimo veramente la fame non esisterebbe.
Siamo stati creati in abbondanza, non dimentichiamolo.
4. LA PRATICA DELLA SPIRITUALITÀ È UN PERCORSO
Aver intrapreso un cammino spirituale non significa essere dei monaci buddisti. Non significa rinunciare a tutto e diventare in pochi giorni dei Buddha.
La meditazione ed il percorso che si inizia ad intraprendere per raggiungere la saggezza sono proprio un cammino, fatto anche di cadute, di difficoltà, di ripresa e di studio di se stessi. Non si può pensare di raggiungere uno stato di illuminazione totale in pochi giorni.
Percorrendo il sentiero possiamo comprendere, piano piano, cosa conta e cosa no, possiamo liberarci da vizi e da ossessioni. Possiamo imparare a gestire i nostri capricci e capire quando sono tali. Impariamo a gestirci e, sempre di più, riusciamo a star bene, davvero, con poco. Liberandoci dal bisogno di piacere e di apparire, possiamo fare sempre più a meno di acquistare merce che ci serve a poco, investire meglio i nostri soldi.
Tutto questo ha un inizio ed una fine, che corrisponde alla fine della nostra vita. Nel mezzo ci sono tanti insegnamenti ed altrettante prese di coscienza, ma senza camminare non possiamo arrivare da nessuna parte.
5. ATTENZIONE ALL'EGO CHE CI IDENTIFICA CON DEI PERSONAGGI
Nel corso della vita ho conosciuto due tipi di persone:
- Quelle che non hanno soldi (e che probabilmente non li hanno mai avuti) che sostengono fermamente di non essere interessati al denaro e a tutti gli agi che questo può portare. "A me i soldi non interessano" e lo dicono con un tale disprezzo da farti venire qualche sospetto. Mi ricordano molto la favola della volpe che non arriva all'uva. Come detto all'inizio, i soldi non sono il male. L'uso e l'attaccamento che ne può derivare potrebbe esserlo, ma non i soldi in se stessi. Il denaro è un mezzo, importante per vivere e per darci un tetto, del cibo e che può essere utilizzato anche per acquistare esperienze, viaggi, conoscenza, per aiutare gli altri. Tutte cose nobili e positive.
- Quelle che hanno molto denaro in famiglia, ma che vogliono far vedere, anche attraverso il loro aspetto fisico, di non esserne minimamente attratti ed interessati. Anzi, esasperano il loro distacco dal soldo, vestendosi in modo trasandato e conducendo una vita borderline.
In entrambi i casi è presente l'ego. L'ego vuole identificare le persone in qualcosa, non importanza in cosa. L'ego fa dire a queste persone: "Guarda come sono bravo io che non sono interessato ai soldi. Guarda come sono puro e spirituale io che mi voglio liberare da vizi e sfizi". Sono due facce della stessa medaglia. Millantare un'indipendenza totale dal denaro non fa, e non farà, per forza di te una persona spirituale, perché nel 90% dei casi è l'ego, grande come una casa, che sta parlando.
6. ANCHE GLI IMPRENDITORI POSSONO ESSERE SPIRITUALI
Si tende a credere che un imprenditore sia una brutta persona, attaccata al denaro, egoista e sfruttatore. Non è così. Si può essere imprenditori e dimostrare di essere spirituali attraverso la gentilezza, il rispetto verso i propri dipendenti, la comprensione, l'attenzione per l'ambiente, per la natura e per la socialità.
Imprenditore non è sinonimo di arrivista. Si può intraprendere un cammino spirituale anche essendo imprenditori, poiché una cosa non esclude l'altra.
7. CONDURRE UNA VITA SOCIALE
Essere spirituali non significa isolarsi dal mondo ed andare a vivere sul cucuzzolo di una montagna per non vedere più nessuno. L'essere umano è un essere sociale e la condivisione con gli amici è una della più pure forme di amore che esistano al mondo.
Ridere e passare il nostro tempo con persone a cui vogliamo bene è un piacere per l'anima, un momento di leggerezza indispensabile per affrontare con gioia la nostra esistenza.
Avere una vita sociale non significa per forza ubriacarsi, drogarsi e fare le sei di mattina tutte le sere, in totale disarmonia con il nostro corpo e con il nostro benessere. Apprezzare un momento di spensieratezza non significa non essere delle persone profonde, così come avere il piacere di indossare un bel vestito e piacersi, non significa pensare solo al lato esteriore delle cose.
La parola magica che accomuna tutti questi punti è ARMONIA. Con armonia possiamo intraprendere un percorso spirituale e il cammino per la saggezza, senza forzature, senza costrizioni, che poco, pochissimo hanno a che fare con la spiritualità.
Noi non siamo esseri umani che vivono una esperienza spirituale. Siamo esseri spirituali che vivono una esperienza umana.
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