Oggi ho imparato che nessuno può portarti via la SERENITÀ.
La serenità è tua. Personale, inattaccabile.
Parlando con una mia carissima amica al telefono, ci siamo rese conto di come questo periodo, per noi, nonostante dispiaceri e preoccupazioni, sia stato visto e vissuto non come una prigione, non come una privazione delle nostre libertà personali, ma come una benedizione. Come un'opportunità.
Ci è stato restituito il TEMPO.
Il tempo di non sentirci in colpa, il tempo per scremare le cose inutili con le quali riempivamo il nostro tempo e sprecavamo i nostri soldi. Il tempo per rivalutare le nostre vite e la nostra direzione, di fare ordine dentro e fuori, ma soprattutto, di mettere in dubbio le nostre certezze.
La prima cosa che dovremmo fare è ORDINE.
CHE COSA DESIDERI?
Poniti questa domanda con il cuore aperto. Con un cuore libero da limitazioni, vincoli e paure.
Organizza i tuoi desideri e sappi che oscillano. Oscillano continuamente. Ma tu non smettere di organizzarli. Con costanza, con determinazione.
Purtroppo molto spesso prendiamo decisioni e prendiamo una strada piuttosto che un'altra in base alle catene in cui ci sentiamo imprigionati. Oppure restiamo nella situazione più comoda, più familiare, nonostante non sia quella che ci rende felici. Felici davvero.
A volte, anche se per un breve attimo, riusciamo a concederci più leggerezza. Ci diamo dei permessi, ma dovremmo ricordarci che il tempo passa e che l'unico momento che esiste è questo. Adesso. Ora.
La paura e l'incertezza ci immobilizzano e ci impediscono, troppo spesso, di vivere la vita che vorremmo.
Lo sentiamo ripetere continuamente, continuamente: da saggi, guru, vicini di casa, amici. Vivi il presente, non aver paura, non porti limiti.
Ma non è sempre così facile.
UN OSTACOLO CHE TI IMPEDISCE DI MUOVERTI
L'idea di dover seguire, per forza, un corso o una laurea.
Se riuscissi ad eliminarlo, sarebbe molto più semplice, per te, essere te stesso e vivere la vita che vorresti.
Liberati dall'idea che, se vuoi cambiare lavoro, realizzarti in un ambito diverso da quello in cui sei rimasto finora o vuoi cominciare un nuovo inizio, tu abbia bisogno, a tutti i costi, di un corso, di un certificato, di un attestato o di una laurea.
Oggi come oggi ci sono tanti modi per apprendere nozioni, lavori, abilità, lingue, insegnamenti.
Ieri una ragazza mi ha espresso il suo desiderio di diventare wedding planner.
La prima cosa che ha detto è stata: “Faccio un corso”.
Ma è davvero necessario?
Sei proprio sicuro che ti servano corsi, anni, università o qualcuno che stabilisca che sei in grado di farlo e di appiccichi pure una valutazione?
Solamente perché “si è sempre fatto così” non significa che sia giusto e non è una giustificazione sufficiente.
Abbiamo, o meglio, ci hanno inculcato, che per fare qualcosa bisogna sudare, metterci impegno, anni, soldi, essere totalmente sicuri di se stessi prima di poter iniziare.
Davvero?
Non sono d'accordo. Non sono più d'accordo.
Mio padre, avvocato, mi ha sempre detto che all'università non ha imparato niente. Niente. Quattro anni studiando per non saper far nulla. È stato provando, sbagliando, ascoltando assorbendo, che ha iniziato a capirci qualcosa.
Al mio corso universitario di giornalismo, uno dei più famosi e riconosciuti giornalisti d'Italia ci ha chiaramente detto: "Si impara sul posto. Facendo, creando, valutando, selezionando, osservando. Studiare qui libri e libroni di immensa teoria non vi servirà a nulla".
Ottimo.
Mentre studiavo Scienze della Comunicazione all'università, mi sono trovata, ad un certo punto, a comprare su Amazon una lista infinita di libri di scrittura per il web, di scrittura creativa, libri sul blogging, sulla gestione dei media e molti altri.
Aspetta un attimo! Studio comunicazione all'Università e devo imparare DA SOLA come funziona la comunicazione oggi?
Qualcosa non quadra.
Teoria, autori, passato trito e ritrito, dati non aggiornati, approccio obsoleto. E quindi? Valgo perché ho letto millemila libri per i fatti miei o perché ho un pezzo di carta del quale non ricordo assolutamente niente?
So cosa significa essere convinti che ci vogliano corsi per tutto. Io la pensavo proprio così!
Ma no, mi sbagliavo.
Ci sono tanti modi alternativi per imparare a fare bene qualcosa o per trasformare la passione in un lavoro.
Non hai un amico o un conoscente autodidatta che ammiri ed apprezzi? Qualcuno che ha imparato leggendo, sperimentando, selezionando, curiosando, chiedendo, sbirciando e provando con un suo metodo? Secondo i suoi tempi?
Togliamoci dalla testa che prima di poter fare qualcosa sia necessario ed indispensabile prendere due lauree e quattro master. Non è così.
Ma ATTENZIONE!
Questo non significa che io condanni sempre e comunque un percorso tradizionale. Assolutamente. E lungi da me dissuadervi a mollare tutto per spaziare senza una direzione nel mondo.
Una della mie più care amiche è magistrato. Ci conoscemmo il primo giorno della prima media. Me lo ricorderò per sempre. Sapeva già, senza alcun dubbio, che avrebbe fatto il magistrato. Fantastico! Ora lo è davvero e, nel suo caso, non c'erano alternative ad un dato percorso stabilito per diventarlo. Non avrebbe potuto scegliere.
Ma ci sono altri lavori e stili di vita che non necessitano corsi impacchettati e lauree.
Conosco fotografi autodidatti bravissimi. Grafici, dj, designer, leader nella comunicazione, scrittori, imprenditori che non hanno lauree o certificati. Sono bravi e non mancano loro nozioni e capacità.
Anche io ho frequentato e studiato all'università. Vuoi la verità? Ho imparato molto di più leggendo e scegliendo DA SOLA quello che mi interessava.
Crea il tuo percorso e credici. Costruiscilo su misura per te. Mettici passione, entusiasmo. Dedicagli tempo e pazienza.
Non cadere nella trappola delle etichette e dei percorsi preconfezionati a tutti i costi. Valuta tu, momento per momento qual'è la cosa migliore da fare.
Il sistema scolastico è obsoleto. Andava bene, forse, anni fa. Non più. Ma hai mai sentito dire ad un bambino che ama la scuola? Possibile che non si riesca a creare un sistema di apprendimento meno pesante, meno rigido, più a misura d'uomo, plasmato sulle diversità di ognuno e non sulla competizione a tutti i costi? Costruito rispettando i diversi tempi di apprendimento e sulla creatività?
Il mondo sta cambiando. È cambiato.
Segui il tuo istinto, la tua ispirazione.
E non lasciarti imbrogliare e immobilizzare dalle definizioni.
Devi essere tu ad approvarti.
La libertà consiste in una certa libertà dal bisogno di essere approvati.
Se non lo sapessi, Steve Jobs (sì, proprio lui, quello della Apple) non aveva una laurea. Steve Jobs! Aveva immaginazione, caparbietà, ma non aveva un pezzo di carta.
Non sei tenuto a corrispondere sempre alle attese della tua cultura.
Quante volte ho detto a mia figlia: “Se vuoi arrivare lì, devi fare questo e quello. Senza una laurea non vai da nessuna parte”. Oh mamma mia. Ma per favore! Mi darei uno sberlone da sola. Pensa cosa le ho messo in testa! Quello che avevano messo nella mia.
È una catena che dobbiamo assolutamente interrompere.
Si è sempre fatto così, non è giustificazione. Smetti di dire ai tuoi figli, se ne hai, che devono essere questo e laurearsi per valere qualcosa. È una bugia! È una convenzione! Liberatene.
Ho sentito tutta la vita il peso di questi schemi ai quali non riuscivo a conformarmi. Non farlo: non ti sentire migliore o peggiore a seconda dei tuoi studi.
Non etichettarti. Non etichettarti!
Se ci guardiamo intorno quello che vediamo non è bello. Questo sistema va cambiato, va rimodellato ed è solo attraverso piccoli passi, piccoli insegnamenti, che possiamo riuscirci.
Sii felice. Sii quello che senti. Rifiuta le convenzioni. Costruisci una vita in cui ti riconosci.
Vorrei CONDIVIDERE con te un estratto del libro "La fine è il mio inizio" di Tiziano Terzani:
"Io trovo che la cosa più bella che un giovane possa fare è di inventarsi un lavoro che corrisponde ai suoi talenti, alle sue aspirazioni, alla sua gioia, e senza quella arrendevolezza che sembra così necessaria per sopravvivere.
"Ah, ma io non posso perché..."
Tutti possono.
Ma capisci quello che dico? Bisogna inventarselo! Ed è possibile, possibile, possibile.
In qualche modo io ho avuto fortuna perché ho fatto un po' così. Il mestiere che ho fatto non era proprio quello del giornalista, me lo sono inventato. Ma ti immagini un italiano che parla il tedesco - insomma "maccheronicamente" - che diventa corrispondente di un giornale tedesco in Asia, che fa che cacchio gli pare, va dove gli pare, scrive come gli pare, che diventa fotografo perché non vuole viaggiare con i fotografici?
Non esisteva mica questo lavoro.
Poi, fare il giornalista era per me una sorta di copertura, come uno che fa il mercante per fare la spia. Perché in verità, sì, lo facevo con passione ma non era la mia ossessione.
La mia ossessione era VIVERE, vivere a modo mio, vivere come mi piaceva, vivere con queste grandi piccole gioie".
Creiamo persone felici, libere, non preconfezionate secondo i nostri concetti di giusto e sbagliato.
Il mio prossimo articolo parlerà proprio di questo. Se vuoi restare aggiornato iscriviti alla mia newsletter.